Per spiegare il fenomeno Pinterest si potrebbe partire dai numeri: nato nel 2010, a settembre del 2015 ha raggiunto i 100 milioni di utenti attivi per mese, prevede di arriva a 151 milioni entro la fine del 2015 e di raggiungere quota 329 milioni entro il 2018.
Inoltre, Techcrunch ha rivelato di essere entrata in possesso di dati secondo i quali Pinterest avrebbe previsto ricavi pari a 169 milioni di dollari per il 2015, che diventeranno 2,8 miliardi entro il 2018. In altre parole, ad oggi la piattaforma è in grado di generare 1,44 dollari per utente attivo, e si aspetta di arrivare a 9,34 dollari per utente nel 2018.
Per spingere nuovi investitori ad entrare nel fondo dedicato a Pinterest, l’azienda di Ventur Capital statunitense Andreessen Horowitz avrebbe valutato la piattaforma 11 miliardi di dollari.
Sono numeri decisamente importanti, che meritano un passo indietro: cos’è Pinterest?
Secondo Horowitz “Pinterest sta costruendo una piattaforma con i numeri e l’engagement di Facebook e con una propensione alla vendita diretta degna di Google”.
Nel 2010 la piattaforma è nata come un semplice strumento di navigazione tra bacheche di immagini, ma si è velocemente trasformato in un catalogo di idee proveniente da persone con i più differenti background (architetti, designers, giardinieri, chef ecc.), idee che vengono poi messe in pratica degli altri utenti che condivideranno altre idee. Il tutto, viene fatto solo e unicamente tramite immagini.
In mezzo a questa ricerca di idee e ispirazioni, vi sono anche ricerche specifiche per argomento, e proprio su queste è basata la fortuna di Pinterest: un’infinita miniera di informazioni sul cosa e come vengono cercati determinati argomenti, quanto spesso e, soprattutto, su cosa viene “repinnato” maggiormente, il tutto in tempo reale. In altre parole, può la piattaforma può essere vista come una perenne e costante ricerca di mercato alla quale contribuiscono milioni di utenti ogni mese.
A questo, Pinterest unisce degli strumenti di marketing appositamente creati, che si basano sulla classica logica del costo per click, che però godono dei vantaggi derivanti dall’engagement tipico della piattaforma, quali il re-pin, l’ingrandimento delle foto o i nuovi “Cinematic Pins” (video-pins che si animano al solo scorrimento della pagina).
I “Buyable Pins”, la naturale evoluzione del social, sono previsti per l’inizio del 2016 e permetteranno agli utenti di acquistare di istinto ciò di cui si innamoreranno durante i loro viaggi di ricerca, trasformando Pinterest in un ibrido tra e-commerce, vetrina e incubatore di idee.
Ad oggi, la piattaforma ha raccolto 1,3 miliardi di dollari da importanti investitori privati, quali SV Angel, Rakuten and Bessemer Venture Partners e, mentre Target è un partner confermato in iniziative di e-commerce, voci di corridoio sostengono che Pinterest sia in trattattiva con Burberry, Walmart, e Nordstrom da febbraio 2015.
I numeri sono importanti e il potenziale è enorme: stay tuned.