Il tema della multicanalità è questione dibattuta da tempo, tra chi sostiene un futuro di cannibalizzazione assicurata e chi invece la vede come il modo migliore per aumentare il proprio bacino di clienti.
Il rapporto redatto da Psfk (società statunitense di analisi dei trend di vendita), e pubblicato in occasione della convention annuale della National Retail Federation, è andato oltre il semplice tema online vs offline, riassumendo quelli che saranno i 10 driver che guideranno la trasformazione dei punti vendita fisici e del processo di vendita stesso.
Se, da una parte, l’acquisto tenderà ad essere possibile ovunque e dovunque, che sia tramite social o tramite e-commerce, dall’altra, il punto vendita continuerà a svolgere una funzione di rassicurante presenza fisica (es. pick&pay, acquisto online ma ritiro in negozio), di confronto e di scambio di informazioni, ma tenderà ad evolversi verso una digitalizzazione dell’esperienza di acquisto, con gli articoli che saranno in grado di dialogare con i device o i camerini che diventeranno virtuali.
Con i punti vendita che saranno sempre meno negozio in senso stretto, la loro natura andrà verso quella di un hub di servizi complementari (es. barber shop e abbigliamento, libreria e caffetteria) e il loro magazzino andrà a tendere sempre più verso lo zero, costringendo ad un’ottimizzazione del processo logistico (costi e tempi di spedizione).
L’attenzione, quindi, sarà sempre più volta all’esperienza vissuta dal cliente, sia nell’approcciarsi al prodotto che dovrà raccontare una storia, sia nel vissuto all’interno del punto vendita, che dovrà essere sempre più libero e immediato. Oggetto della vendita non è più un semplice prodotto, è un connubio di aspettative, di emozioni, di comodità e di efficienza.
In questa corsa alla trasformazione, ai blocchi di partenza le grandi catene si trovano affiancate alle piccole realtà commerciali, e risulta difficile prevedere chi saprà interpretare al meglio le esigenze del nuovo consumatore.